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Civenna

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Storia del feudo abbaziale di Civenna

Circa l’origine di Civenna si hanno indizi della permanenza, in queste località, degli antichi Orobi: furono trovate urne sepolcrali, vasi di terra cotta ed anche monete romane di bronzo del tempo degli Imperatori Augusto e Traiano.
La prima volta però che il nome di Civenna compare nei documenti, non è che dall’anno 880 in un diploma di donazione del Re Carlo il Grosso al monastero Benedettino di S. Ambrogio Maggiore di Milano, nel quale assieme alle terre di Limonta e di Campione è data al Monastero la terra di Civenna «con ogni suo onore, e le sue adiacenze e pertinenze coi servi della terra e le serve, col frodo, diritto d’alloggio e di entrata all’Abate, tutto in integro come è».
Da allora gli Abati di S. Ambrogio assunsero il titolo sovrano dei Conti di Civenna, Limonta e Campione; titolo che, perdutosi poi con la scomparsa del feudo nel 1797, venne nel 1906 riconfermato agli Abati Mitrati della Basilica milanese.

Cessato di fatto il feudo monacale di Civenna con l’invasione francese di Lombardia nel 1796, cessò poi di diritto il 21 germinale dell’anno V repubblicano (ossia il 10 aprile 1797) quando, a nome della Repubblica Cisalpina, la Pretura di Asso stese, sotto tale data, in Civenna, l’atto di abolizione del feudo e di aggregazione di quel Comune alla Repubblica Cisalpina, passando poi alla Repubblica Italiana (1802-1805), poi al Regno Italico di Napoleone I (1805-1814) e caduto Napoleone passò con la Lombardia in dominio all’Austria (1814-1859) e finalmente col 1859 Civenna fu un libero Comune dell’Indipendente Nazione Italiana. Al tempo dell’imperatore Federico Barbarossa (1166) i civennesi tentarono di ribellarsi, all’Abate, per sottomettersi al Comune di Bellagio: ma poi chiesero scusa e ritornarono all’obbedienza primitiva.
Nel 1282 i civennesi riuscirono a porsi sotto il dominio di Lotterio II Rusca, allora Signore di Como e durarono in sottomissione a quella signorile famiglia comasca sino all’anno 1416, quando, avendo il Duca di Milano Filippo Maria Visconti comperata dai Rusca la Signoria di Como, costrinse i civennesi a rimettersi sotto il legittimo dominio del loro Monastero di S. Ambrogio. Alla fine del secolo XVII era pendente a Vienna, presso S.M. l’imperatore Leopoldo I, una causa tra Civenna e il Monastero: i civennesi impugnavano la giurisdizione degli Abati del Monastero di S. Ambrogio su di loro ed il titolo di Conte, sostenendo la propria indipendenza. Questo tentativo di indipendenza falli, rimase però acuito il malcontento contro il Monastero, malcontento che si venne manifestando in diverse maniere, non ultima delle quali il volere come Vicarii, in paese, non dei Monaci, ma dei Preti secolari, che non fossero legati agli interessi del Monastero, che rappresentavano. Tuttavia i civennesi, in confronto di quelli che appartenevano ad altri stati laici, godevano di maggiore larghezza e di maggior benessere. Il territorio di Civenna si estendeva per più di tre miglia in lungo e per più di tre miglia in largo, comprendendo 96 famiglie, ossia focolari e quasi 400 anime. Con l’essere soggetti al Monastero, i civennesi erano salvati (dal 1535 al 1713) da quel disastroso Governo Spagnolo del Milanese, sotto il quale il più infimo e miserabile bracciante finiva per pagare annualmente sino a 20 scudi di taglia e tutta la cavata dei beni non bastava a pagare la metà delle gravezze. Il Milanese in soli 40 anni (1610-1650) pagò al Governo Spagnolo oltre 260 milioni di scudi d’oro (Somaglia) ossia più di mille milioni di euro nostri…. Eppure i civennesi non erano contenti del loro Governo! Si aggiunga ancora il privilegio che le imposte, fissate ai civennesi dai loro Sindaci e Consiglieri venivano esclusivamente impiegate a vantaggio del loro Comune. Civenna oggi Dal lontano 1900 ad oggi, Civenna ne ha fatta di strada, anche a piedi, poiché solo nel 1938 fu realizzato il nastro stradale che, con le famose «Rampe del Ghisallo» scende da Magreglio sino a Bellagio. La sua nascita turistica avviene a dorso d’asino, nel 1903, ad opera dell’illustre milanese, Senatore prof. Angelo Menozzi, che, affascinato dalla straordinaria bellezza del paese, vi costruisce la sua villa, in «Terra di sotto». Quella prima villa ha visto affiancarsi, disseminate nel verde, tante altre pregevoli costruzioni, adagiate sui dossi e poggi ridenti di sole, a godere dell’implacabile panorama di quel…. ramo del lago di Como che volge a mezzodì…, della maestosità delle Grigne, dai Corni di Canzo alle bianche cime della Svizzera. La vicinanza degli impianti sciistici del Monte San Primo e del Pian del Tivano; alle rive lacuali di Bellagio, che consentono di praticare nuoto, surf e vela; la dotazione propria di efficienti impianti sportivi; il patrimonio boschivo per escursioni e passeggiate; l’organizzazione di manifestazioni ed attività varie, a cura delle Associazioni locali, fanno di Civenna la meta ideale di chi cerca uno spazio esclusivo per lo svago ed il riposo a soli 60 km. da Milano.

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